di P.M.M.
Pare che le persone, in stragrande maggioranza, si vestano a seconda del mese, dunque se a novembre ci sono 22° vedi comunque gente esageratamente imbacuccata: piumino (o giacchetta a vento, e non mi parlate di afrori), cappelletto di lana in testa a coprire fronte e orecchie, pantaloni e magliette di felpa pesante. Mi chiedo come si vestano quando i gradi sono – 10°.
Esistono poi sparute minoranze che vestono a seconda della temperatura che percepiscono – sì esistono anche le temperature percepite, oltre a quelle reali – e persone che addirittura soffrono il caldo in qualsiasi stagione o sono state beneficiate da piedi sempre caldissimi e quindi per loro la scarpa diventa una sofferenza. IO, non so se per fortuna o per sfiga, appartengo a questi ultimi.
Rivelavo la questione, non che mi sconvolga, passeggiando per la città che mi ospita pro tempore dopo essermi recato al supermercato, notando con un certo fastidio come tutti i passanti mi guardassero i piedi. Anche quelli in bicicletta. Ora è arcinoto che ho splendidi piedi, ma non mi aspettavo un simile clamore. Così mi sono reso conto di quanto siano i dettagli insignificanti quelli che attirano realmente l’attenzione e sui quali ci si sofferma. Se non fosse così non si spiegherebbe come mai non si trova il tempo per preoccuparsi di una città sporca dove non succede nulla, di evitare di esprimersi con quattro verbi e un gergo da sessanta parole quasi incomprensibile nel suo dialettizzare persino le espressioni più semplici; non si spiegherebbe come mai passano inosservate le cacche di cane sui marciapiedi ogni dieci centimetri, lasciate lì a dare bella mostra della cattiva educazione dei cittadini; non si spiegherebbe come mai si parli a voce alta dei fatti proprio come se fossero fatti di tutti, salvo poi lamentarsi dei pettegoli; non si spiegherebbe infine come mai non c’è tempo per occuparsi di ciò che è veramente importante come non votare il primo cialtrone che grida io sono più bravo, come evitare di dare fiducia a disonesti che si spacciano per dèi o perché non si trovi il tempo per leggere un libro che addirittura potrebbe portare a un certo miglioramento interiore.
Adesso ho capito. E’ colpa del fascino dei piedi nudi.
(16 novembre 2024)
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