Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, è intervenuto alla presentazione del libro “L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert” di Gabriele Benucci assieme all’autore, al sindaco di Livorno, Luca Salvetti, e all’assessore alla cultura, Simone Lenzi
“Ho accettato di essere presente perché questo libro offre un contributo prezioso alla conoscenza di un periodo in cui Livorno fu protagonista in Europa. Il testo ripercorre la storia della celebre edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, l’opera francese che ebbe la sua terza edizione proprio a Livorno, dopo la pubblicazione d’esordio a Parigi e una ristampa a Lucca, ormai oltre due secoli e mezzo fa. Sia l’edizione lucchese che quella livornese, rispetto alla versione parigina, presentano delle note additive e correttive, ma l’edizione livornese, che fu anche la prima edita nel Granducato di Toscana in quanto Lucca all’epoca era uno Stato autonomo, presenta alcune novità che solo in una città qual era la Livorno del Settecento potevano essere inserite. La scelta di dare alle stampe in questa città la terza edizione dell’Encyclopédie non fu casuale. Il suo fautore, Aubert, vide nel contesto politico-sociale livornese il più adeguato. L’edizione livornese rappresentò un’impresa di enorme importanza culturale ed imprenditoriale. In una città cosmopolita e liberale come Livorno, caratterizzata dallo status di porto franco che ne accentuava la vivacità economica e sociale, in un ambiente ideale per le imprese editoriali, vide la luce un’edizione enciclopedica che se da una parte dovette sfidare la messa all’Indice della Chiesa cattolica, dall’altra ebbe il sostegno del granduca Pietro Leopoldo, il principe filosofo, che fece in modo che la caparbietà e il fiuto di Aubert potessero garantire la pubblicazione e la diffusione di quello che ancora oggi è considerato il maggiore veicolo di propagazione delle idee illuministiche di libertà ed uguaglianza”.
Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenendo alla presentazione del libro “L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert” di Gabriele Benucci, svolta questa mattina in Villa Fabbricotti a Livorno. Il presidente Giani è intervenuto all’evento, alla presenza dell’autore, assieme al sindaco di Livorno, Luca Salvetti, e all’assessore alla cultura, Simone Lenzi.
La città di Livorno, con la pubblicazione dell’edizione dell’ Encyclopédie di Denis Diderot e Jean Baptiste Le Rond D’Alembert, acquisì la funzione fondamentale di veicolare la penetrazione delle nuove idee, provenienti dall’Inghilterra e dalla Francia, a partire dai primi anni Sessanta del Settecento. L’Enciclopedia, pubblicata in francese per la prima volta a Parigi nel 1751 da un consistente gruppo di intellettuali sotto la direzione di Diderot in collaborazione con D’Alembert, rappresenta il punto di arrivo di un percorso teso a creare un compendio universale del sapere, nonché il primo esempio di moderna enciclopedia di larga diffusione, alla quale si sono ispirate quelle successive. L’introduzione è considerata una ragguardevole esposizione degli ideali dell’Illuminismo.
L’importanza dell’attività editoriale a Livorno, la possibilità di “avere in città delle stamperie e degli stampatori” che arrivarono a produrre opere la cui qualità eguagliò, se non addirittura superò, quella delle più reputate officine tipografiche italiane, facendo di Livorno “uno dei centri più attivi della produzione e del commercio librario”, è stata evidenziata dal sindaco Salvetti, il quale ha anche osservato che “la presenza alla biblioteca Labronica sia l’edizione lucchese che di quella livornese potrebbe essere l’occasione per sviluppare qualche idea con il Museo della Città”. L’assessore Lenzi, oltre ad evidenziare che a Livorno vi sono copie originali dell’Encyclopédie, ha da parte sua sottolineato che “la Toscana fu il primo luogo in cui si stampò un’edizione dell’Encyclopédie a dimostrazione della grande apertura verso le idee nuove” aggiungendo che l’edizione livornese “rappresenta uno di quei tratti che ormai consideriamo identitari in quanto esemplifica la tradizione di apertura e tolleranza che contraddistingue la città”.
L’autore del libro, Benucci, ha evidenziato che “questa edizione mette in luce come la Toscana sia stata lo Stato italiano più aperto alle idee provenienti da Oltralpe” e che alla base della pubblicazione a Livorno dell’Encyclopédie vi furono “motivazioni culturali ed economiche, personaggi, sfide ed ostacoli, che la differenziarono nel rapporto con le precedenti edizioni parigina e lucchese”. Benucci ha anche ricordato che “tutto ciò fu possibile in quanto la particolare situazione politica del Granducato guidato da Pietro Leopoldo lo consentì”.
L’edizione livornese fu stampata tra il 1770 e il 1778. Quella di Parigi fu data alle stampe tra il 1751 e il 1772, quella di Lucca tra il 1758 e il 1776. A Livorno, proprio in virtù del contesto liberale e tollerante che contraddistingueva la città, aveva visto la luce nel 1764, presso lo stampatore Marco Coltellini, il saggio “Dei delitti e delle pene” dell’illuminista Cesare Beccaria, che incontrò un notevole successo, ottenendo una vasta popolarità ed influenzando le idee e le menti degli uomini in tutta Europa.
(7 agosto 2024)
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