Il tema delle targhe prova, e delle gravi ricadute che la nuova normativa in materia rischia di avere sul comparto di movimentazione delle auto in porto, è stato al centro di un incontro tra l’assessore Comunale al Lavoro Federico Mirabelli e i sindacati : presenti a Palazzo Municipale Giuseppe Gucciardo Filt CGIL, Massimo Marino Segretario generale provinciale UIL e UIL trasporti, Uliano Bardini Fit-Cisl.
Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali avevano denunciato come la nuova normativa (il Dpr del 21 dicembre 2023 le cui disposizioni sono operative dal 29 febbraio) rischi di mettere in ginocchio le imprese del settore, in quanto non consente più una targa prova per ogni dipendente ma sostanzialmente limita le autorizzazioni delle targhe prova a ogni cinque dipendenti e collaboratori.
Il che comporta un forte rischio per la tenuta occupazionale per circa 300 addetti se non cambierà in tempi rapidi la normativa. A questo va aggiunto il conseguente rischio, sempre denunciato dalle organizzazioni sindacali, riguardante l’operatività del porto nella gestione dei traffici legati all’auto che rimangono centrali per il Porto di Livorno.
“Nel rinnovare la nostra solidarietà e il nostro sostegno ai lavoratori e alle imprese – dichiara l’assessore Mirabelli – ho informato i sindacati che il rischio occupazionale che corre il nostro territorio sarà oggetto di una interlocuzione immediata con la Regione Toscana, oltre che con la Prefettura e con l’Autorità Portuale”.
“Considerato – evidenzia l’assessore al Lavoro – che il problema è stato creato dal Governo Meloni, la soluzione deve essere individuata da quest’ultimo. A nostro avviso dovrebbe essere studiato un emendamento specifico per le imprese che movimentano le auto in porto”.
“Infine – annuncia – con il sindaco Luca Salvetti abbiamo incaricato gli uffici tecnici che si occupano di mobilità, di fare una verifica rispetto alla possibilità di trovare una soluzione temporanea in deroga alla normativa nazionale sulle targhe prova per venire incontro alle imprese e ai lavoratori”.
(3 luglio 2024)
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