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Crisi del settore moda, Giani e Nardini al Governo: “Urgente un intervento nazionale”

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di Redazione Toscana

Due lettere sui tavoli del Governo riguardo la crisi del settore moda, che dopo la ripresa successiva alla pandemia ha iniziato a subire la forte contrazione del mercato globale, con effetti anche sul fronte dell’occupazione. La prima lettera l’ha spedita il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ai ministri al lavoro e alle politiche sociali Calderone e all’economia Giorgetti. La seconda, indirizzata alla ministra Calderone, arriva dall’assessora regionale toscana Alessandra Nardini, nelle vesti di coordinatrice della commissione formazione e lavoro della Conferenza delle Regioni.

Due lettere per chiedere l’attivazione di ammortizzatori sociali specifici e che si accompagnano ad una terza missiva inviata da Giani nei giorni scorsi al ministro Urso per richiamare l’attenzione sul fronte del credito.

“Molte aziende rischiano di esaurire a breve ogni possibilità di ricorso a forme di integrazione salariale. Vanno evitati i licenziamenti e la situazione rende urgenti interventi nazionali” sottolineano Giani e Nardini. “Il sistema moda – riprendono – è un settore chiave per la manifattura italiana, che ha saputo vincere le sfide della globalizzazione grazie a un continuo processo di ammodernamento delle tecniche di produzione, sostenibili e attente all’ambiente, di ricerca dei materiali e riqualificazione del prodotto in grado di riposizionare l’offerta sulle fasce più elevate. L’Italia è leader in Europa sia per numero di imprese che operano nel sistema moda che per fatturato generato e per la Toscana questo è un settore importantissimo”.

Sulla crisi del settore moda il presidente Giani aveva convocato a maggio, insieme agli assessori Nardini e Marras, un tavolo regionale, con la partecipazione di tutte le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali e i sindaci dei territori interessati.

La moda in Toscana impiega circa 130 mila persone: la maggior parte nei segmenti produttivi (tessile, abbigliamento, conceria, calzature, pelletteria, accessori, gioielleria), compresa la produzione di macchinari, un 10 per cento nel terziario (commercio all’ingrosso e intermediazione). Di fatto quindi il 6-8 per cento di tutti gli occupati della regione lavora nel settore, il 40 per cento di tutto il manifatturiero, per un valore aggiunto di 5,5 miliardi di euro. Tutti i principali marchi italiani e stranieri producono direttamente o indirettamente in Toscana.

Importante il peso della moda anche sul fronte delle esportazioni, che calano e producono effetti negativi sul Pil, Ma calano anche gli occupati: a partire da settembre gli avviamenti al lavoro sono diminuiti mensilmente con percentuali tra il 20 e il 32 per cento rispetto al 2022 e negli  ultimi mesi si sono impennate le richieste di cassa integrazione.

 

 

(14 giugno 2024)

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