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Moby Prince, la cerimonia per il 33° anniversario della più grande tragedia della marineria civile italiana

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di Redazione Livorno

“In questi cinque anni ho dovuto ascoltare insieme a voi pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché chiarire il quadro lo hanno complicato all’inverosimile e seguire i lavori di due commissioni parlamentari, piuttosto inconcludente la prima, indubbiamente proficua la seconda.

Ora è partito il lavoro della terza commissione parlamentare, i cui componenti hanno immediatamente mostrato una grande voglia di dare un contributo concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon lavoro e invitiamo a concentrare la loro attenzione partendo dai dati significativi raccolti e delineate dai loro predecessori. In questo modo non ripartiremo ancora da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro dell’incertezza, delle verità che non arriva mai e della giustizia che ci sfugge dalle mani anno dopo anno”.

Nel segno del dolore che non passa, ma anche della speranza per il lavoro della nuova commissione parlamentare appena insediata, l’intervento del sindaco Luca Salvetti, durante la cerimonia che a 33 anni dalla terribile notte del 10 aprile 1991, ha visto riuniti nella Sala Consiliare di Palazzo Comunale di Livorno ancora una volta i familiari delle vittime della più grande tragedia della marineria civile italiana, quella del Moby Prince, le associazioni che lottano per la verità e per la giustizia, i sindaci delle città che hanno avuto vittime, autorità.

E’ il momento centrale di una giornata piena di eventi per non dimenticare, partita con la deposizione di una corona presso il Monumento in ricordo delle Vittime, proseguita con una messa in Cattedrale. Dopo l’iniziativa in Comune il corteo per le vie del centro con il momento culminate del lancio delle rose in mare all’andana degli anelli, dove si trova la lapide con i nomi, delle vittime del Moby Prince.

Tornando alla cerimonie in Comune, tra gli interventi in Sala Consiliare, introdotti dal presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, proprio quello dell’onorevole Pietro Pittalis, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince e rappresentante ufficiale del Presidente della Camera dei Deputati, che ha promesso il massimo impegno.

Intervenuti quindi Antonio Mazzeo Presidente del Consiglio Regione Toscana, Nicola Rosetti presidente dell’associazione 140 Moby Prince che ha ricordato con grande affetto Loris Rispoli, oggi per via di una grave malattia lontano dalla battaglia attiva ma per decenni sempre in prima linea, poi il vicepresidente Sergio Romboni. Quindi hanno parlato Daniele Atanasio Sisca sindaco di Santa Sofia D’Epiro, Zoello Forni presidente Nazionale ANMIL, Stefano di Bartolomeo presidente territoriale Anmil. Quindi è stato proiettato un video messaggio del Ministro Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare delegato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Nello Musumeci, sono stati letti una lettera del Presidente del Senato e un messaggio del Senatore Manfredi Potenti.

Per chi è interessato a rivedere la cerimonia qui il video integrale. Di seguito, invece, l’intervento del sindaco Luca Salvetti:

“Per 28 anni della mia vita ho pensato al 10 aprile e alla tragedia del Moby prince solo ed esclusivamente in una maniera. Una chiamata improvvisa al telefono, una corsa al porto, un microfono in mano e la necessità di raccontare da giovane cronista una storia che segnerà definitivamente la mia vita professionale. Mi muovo basandomi sull’istinto. La mia cronaca in presa diretta fa un certo effetto, è un misto di frasi slegate, alcune senza senso, frutto dell’incertezza generale su cosa realmente fosse accaduto e dell’incertezza personale. Nel cuore della notte ci è consentito di salire su un rimorchiatore per uscire in mare a fare alcune riprese, il tragitto è breve: dopo poco cominciamo a scorgere il fuoco intorno all’Agip Abruzzo, la petroliera sta bruciando, il greggio fuoriuscito brucia, sembra di entrare in un girone infernale. Fiamme alte, equipaggio salvo, rischi ambientali, queste sono le notazioni sul taccuino. Il comandante del rimorchiatore ci dice: “Se volete vedere il traghetto dobbiamo andare a sud”. Percorriamo qualche miglio, è buio, dall’oscurità quasi all’improvviso sbuca la sagoma del Moby Prince, lo scafo è completamente annerito, gli oblò sono dei puntini arancioni, all’interno sta bruciando tutto.

Gli ultimi cinque anni invece li ho vissuti da Sindaco di Livorno a rappresentare una comunità che è arrabbiata e delusa. Cinque anni dove sono successe un infinità di cose.

La pandemia prima di tutto che ci ha costretti a non potersi abbracciare e a non poter condividere emozioni e sensazioni nella maniera più naturale. Quel 10 aprile lo ricordo per quella camminata in solitario dal comune al porto con al fianco Loris Rispoli e con rose in mano che distribuiamo a quelle poche persone che possono stare in strada. Poi la malattia di Loris rispoli che cambia totalmente il modo con cui tutti riescono ad approcciarsi all’anniversario della strage del Moby. Loris è il simbolo di un percorso straordinario di lotta ed impegno in questa vicenda maledetta, Loris ci manca come ci manca la sua tempra da combattente. Ci manca anche Angelo Chessa che abbiamo perso l’11 giugno del 2022 Insieme al fratello Luchino ha combattuto per anni in Parlamento e nelle aule dei tribunali per fare luce sulla tragedia che costò la vita al padre comandante del Moby.

Tra le molte cose che sono accadute in questi anni c’è anche la scelta di consegnare la Livornina d’oro, massima onorificenza cittadina, all’associazione 140, un modo per dire ad alta voce e con passaggi estremamente significativi che tutti noi non abbiamo intenzione di dimenticare né ora né mai la consegno a Nicola Rossetti un’altra persona straordinaria che ho imparato a conoscere in tutte le sue sfaccettature e nel suo spessore umano. Abbiamo poi fatto il massimo per costruire giornate ed eventi per ricordare e per spingere con forza chi di dovere a lavorare per delineare i contorni della verità e far ripartire il cammino verso la giustizia. Docufilm, presentazione di libri, interviste e tanto altro per tenere alta l’attenzione anche al di fuori della giornata del 10 aprile.

In questi cinque anni ho dovuto poi ascoltare insieme a voi pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché chiarire il quadro lo hanno complicato all’inverosimile e seguire i lavori di due commissioni parlamentari, piuttosto inconcludente la prima, indubbiamente proficua la seconda. Ora è partito il lavoro della terza commissione i cui componenti hanno immediatamente mostrato una grande voglia di dare un contributo concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon lavoro e invitiamo a concentrare la loro attenzione partendo dai dati significativi raccolti e delineate dai loro predecessori. In questo modo non ripartiremo ancora da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro dell’incertezza, delle verità che non arriva mai e della giustizia che ci sfugge dalle mani anno dopo anno”.

 

 

(10 aprile 2024)

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